Cosa bolle in pentola

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Sono stata silente per un bel po’ di tempo, e ora mi è venuta voglia di raccontarvi  di questo mio ultimo anno e mezzo..
Sarò sintetica!!!
Anzi no, non credo sia vero!

Passo indietro:
un anno e mezzo fa, anzi, forse anche da più tempo – è stato precisamente il 16 luglio 2015 il primo giorno che è cominciato senza il suono di una sveglia, senza il pensiero di dover timbrare in tempo il cartellino, senza essere costretta a scambiare il mio prezioso tempo e la mia preziosa intelligenza (modestia a parte), per uno stipendio che non mi restituiva altro se non una manciata di soldi (perché alla fine erano comunque pochi) –  ho proprio deciso di prendere in mano la mia vita e di, almeno provare, a darle un senso: “SE NON ORA QUANDO??”. sento ancora la vocina che mi martellava in testa e che, 2 mesi e 15 giorni prima, mi aveva spinto a scrivere la lettera di dimissioni!!!

La strada è ancora lunga intendiamoci, (e il conto in banca è quasi prosciugato) ma ora, eccomi, ci sono!

Il punto di partenza è proprio il diploma che vedete qui sopra.
Un pezzo di carta, che per me vale moltissimo.
Da questo percorso, intrapreso a La Sana Gola qualche anno fa, è cominciata la mia trasformazione profonda, iniziata proprio stravolgendo la mia alimentazione, ma che pian piano ha cambiato anche il mio essere.

Sono anni che ormai fascio la testa a tutti quanti, e che caccio il naso nei frigoriferi e nelle dispense di amici e parenti,a nche se non richiesto. E so bene di essere pedante!! 🙂
Ma ora, con questo pezzo di carta, sono ancora più legittimata a farlo!!

Perché ora questa sarà la mia professione.

Non so ancora se “Operatore olistico a indirizzo nutrizionale” suona bene o male, ma poco importa. Quello che importa è quello che è.
Quello che importa è che quando metterò il naso nella dispensa di qualcuno, lo farò perché questo qualcuno mi avrà chiesto di farlo, perché saprà che lo potrò aiutare a ritrovare un equilibrio perso.

Nei prossimi post spiegherò tutto meglio, ma ora vorrei continuare a raccontarvi di me, perché  questo non è sicuramente l’unico punto di partenza che ho fissato.

Il secondo punto di partenza è la terra.
Sarà che è il mio elemento.
Ma da quando ho messo le mani nella terra, non ho più smesso di pensare che dalla terra doveva arrivare il mio cibo.

E allora ecco che ho cominciato a cambiare il modo di fare la spesa e ad aver voglia di imparare a coltivare.
Ma, forse perché ormai dentro di me avevo capito inconsciamente che qualcosa nell’agricoltura convenzionale non andava, ho iniziato a cercare se c’erano già delle alternative, ero veramente senza arte né parte.

E allora mi si è aperto un mondo nuovo.
E ho cominciato di nuovo a imparare l’arte, ma non per metterla da parte, ma per portarla in tavola!

Così da un cambio di alimentazione, ho scoperto di avere un sacco di interessi, di passioni, che minimamente avrei mai creduto di avere nel mio periodo alienante casa, lavoro, lavoro casa, lavoro lavoro, casa.

E poiché il tempo (mannaggia, il tempo che manca sempre) per imparare da soli è troppo, si cercano acceleratori di conoscenza: i corsi!!! (benedetti e maledetti corsi: possono dare dipendenza, quindi meglio darsi un limite 😉
E via con un bellissimo percorso in pratiche sostenibili e permacultura e poi con un altrettanto entusiasmante corso di agricoltura sinergica.

Tanti spunti, tanti stimoli, tantissime persone bellissime incontrate in questo percorso, che mi hanno aiutata a crescere.

Tante opportunità per capire sempre meglio come dovrebbe essere questo mondo, e tanto coraggio per capire che questo mondo posso proprio contribuire a farlo diventare così.

Ho risentito le farfalle nello stomaco, una felicità davvero inebriante, e nonostante abbia avuto anche qualche basso (ma sempre e solo dovuto a quel conto in banca!!), non tornerei mai indietro.
Ho capito che quel cibo, oltre che portarlo sulla mia tavola, lo vorrei portare sulle vostre tavole.
Da qui lo sviluppo di un bellissimo potenziale progetto, che spero di realizzare presto.
Raccontarvelo ora è, però, ancora prematuro…

Nel frattempo ho cominciato a osservare le persone.
Le osservo per capire come poter comunicare con voi, per far capire, senza che mi prendiate per pazza (famiglia in primis, ma per fortuna le pazze in casa siamo in due e quindi ho l’amplificatore!), che la responsabilità della nostra vita, del nostro benessere, della nostra felicità, è solo nelle nostre mani. Lo è davvero.

Ma osservando (sto davvero imparando a osservare!!), e interagendo, mi sono accorta che siamo davvero taaaanto arrabbiati, che non ci capiamo, che non sappiamo ascoltarci, che non comunichiamo, che siamo per la maggior parte del tempo in competizione. Non collaboriamo.
Ci devono essere per forza dei “buoni” e dei “cattivi”, e anziché trovare gli strumenti per dialogare, mettiamo muri. Non conosciamo noi stessi…

E così ecco il terzo punto.
La comunicazione.
Qui sono proprio ancora ai blocchi di partenza, ma il prossimo punto è proprio questo.
Vorrei imparare a capire come poter comunicare in modo empatico e non violento, per essere più efficace. Perché davvero, il senso di impotenza che provo, quando non riesco a farmi capire, è immenso.

E così, quando rimetto assieme tutti questi elementi: la terra, i semi, il cibo, le emozioni, le persone, la comunicazione e rivedo le tre etiche della permacultura: cura della terra, cura delle persone, condivisione delle risorse la parola ‘olistico’ trova il suo perché.
E mi sento davvero felice, e in pace.

Passo avanti:
La strada è ancora lunga, lo so ma l’ho proprio imboccata, e ci sono in mezzo fino al collo, anzi di più!!!

Cosa bolle quindi in pentola?

Bolle e ribolle una nuova me.
Molto consapevole, molto realista, molto decisa, molto sistemica (altra parola che amo molto grazie a questo meraviglioso libro!).

Riprenderò, pian piano a condividere sul blog alcuni spunti.
Ho varie idee in mente, ma ahimè devo ritornare un po’ al problema tempo, che ancora non l’ho ben risolto: è sempre troppo pocooooo.

Però offline ci sono. E se volete saperne un po’ di più, potrete scrivermi.
Ci sono anche sul sito http://www.glutenfreetravelandliving.it
dove potrete leggere gli ultimi miei post, cercandoli con la parola chiave CUCINA CONSAPEVOLE.
E ci sono sempre in questo blog, nei post arretrati, che tornerò a ripostare, non tanto per la ricetta in sé, ma per quello che porta, in attesa dei nuovi.

Quindi sì, mi aggiungo all'”esercito” di tutte le mie colleghe/amiche che stanno cercando di portare questi messaggi, aggiungendo tutta la mia competenza ed esperienza, “olistica” “sinergica”, “permaculturale”, che ho maturato in questi ultimi anni.

Spero di avervi fatto venire voglia di seguirmi e di non avervi fatto scappare, altrimenti devo davvero darmi da fare subito, in comunicazione empatica :-)))

Anzi, vi sarei davvero grata, se aveste voglia di darmi dei consigli per permettermi di riuscire ad arrivare a voi.

5 pensieri riguardo “Cosa bolle in pentola

  1. Mi piace chi ha il coraggio di cambiare…chi si leva da certezze infelici per seguire felici incertezze! Chi trova il modo di seguire il suo sogno e non importa se sara’ piu difficile della situazione di confort in cui era prima (stabile anche se non soddisfacente!) Io come te ho mollato il lavoro per provare a inseguire il mio sogno… non ho piu una certezza se non che ho fatto la scelta giusta e mi basta! Ti seguiro’ perche amo coltivare la terra e in piu sono vegan percio vado molto d accordo con le verdure! 🙂

      1. ❤ grazie ! Mi piace trovare persone che pur avendo passioni e vite diverse condividono lo stesso modo di guardare il mondo e lo stesso modo di pensare!!!!

  2. A me sei arrivata!!! Ho letto quest’articolo tutto d’un fiato e vorrei farti i miei complimenti perché hai deciso di credere in te stessa e nei tuoi valori. E oggi questa cosa la fanno pochissime persone. Tutti bravi a lamentarsi ma pochi coraggiosi di cambiare la loro vita e di conseguenza il mondo. Io la penso come te e sto cercando di cucirmi addosso la vita che desidero e non dovermi cucire addosso la vita che capita. Un abbraccio, Carmen

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