capitolo uno. L’elaborazione

Beh, se si arriva a dover fare gli esami per la celiachia certamente è perché non si sta proprio bene, giusto? Quindi avere la conferma della diagnosi non deve spaventare, perché prima o poi si tornerà a stare meglio: c’è chi ci mette tre mesi, chi sei, chi due anni, ma l’obiettivo primario è quello di tornare a stare bene. All’inizio si prova sconforto e smarrimento. La prima reazione (legittimissima, visto che il glutine viene infilato ovunque) è chiedersi: “e adesso, cosa mangio?” Ma questo è stato il momento in cui mi sono resa conto che qualcosa non ha funzionato, che ho passato mesi ad “avvelenarmi” inconsapevolmente. Semplice il pensiero successivo: se la  la mia salute dipende dal cibo, che almeno sia buono! Non che prima mangiassi male, anzi, sono sempre stata abbastanza attenta a cosa cucinavo, ma ancor più lo sono ora e ancor più cerco di cucinare nel modo più naturale e più buono possibile. Sono certa che quando sono arrivata a questo punto ho veramente elaborato la fase dell’accettazione. Infatti non ho più sognato di sputare focacce, perché ho iniziato a cucinarmele!

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