nuovi orizzonti.

Bene bene, il corso per terapista alimentare de La Sana Gola è cominciato e ne sono veramente entusiasta! Ci sarà tempo per approfondire alcune tematiche, ma intanto vorrei condividere una riflessione. Quando – per necessità – siamo costretti a cambiare la nostra dieta spesso ci concentriamo solo su quello che dovremo escludere: il nostro atteggiamento mentale tende a essere negativo, siamo dominati da un senso di privazione e ostacoliamo il percorso verso l’accettazione. Tutto ci sembra più difficile e faticoso. Triste, no? Lo stesso atteggiamento di negazione lo vedo in molte persone quando si trovano a confrontarsi con vegetariani, piuttosto che con vegani o con macrobiotici (e, ancora peggio, quando dall’altre parte c’è una persona allergica o con intolleranze). La prima domanda che si sente fare è: “quindi NON mangi questo, quello e quell’altro?”. E se si prova a spiegare che lo zucchero è un veleno, la prima reazione è sempre di chiusura. E non parliamo di quando si tratta l’argomento latte e latticini: un disastro. Non si riesce ad affrontare l’argomento, poiché dall’altra parte non c’è volontà di ascolto. Questo è veramente un peccato. Così facendo ci si preclude l’opportunità di scoprire e sperimentare una gamma di alimenti che dovrebbero far parte della nostra dieta, ma che per consuetudine non si prendono mai in considerazione. Direte voi: “già devo privarmi del glutine, ma perché mai devo privarmi anche di qualcosa d’altro?”. Ecco, a mio parere questa osservazione non ha assolutamente fondamento. Da quando ho scoperto di essere celiaca ho introdotto nella mia dieta quinoa, amaranto, miglio, grano saraceno. Prima mangiavo soltanto riso e pasta di frumento (raramente altro). Certo, ho dovuto escludere farro, orzo e grano, ma in realtà non ne sento la mancanza anzi, al contrario, sento di aver arricchito la mia cucina e di aver sviluppato più curiosità e attenzione verso quello che il mondo offre. Anche chi decide di eliminare  carne, o latte, o zucchero, o qualsiasi altra cosa ritenuta non fondamentale, in realtà si arricchisce. Chiaramente quando il cambiamento è dettato da una scelta l’atteggiamento di partenza è positivo. Chi invece è costretto a farlo per necessità, a causa di intolleranze o allergie, all’inizio vivrà la nuova dieta come una imposizione, ma appena riuscirà a trovare un po’ di equilibrio e a riacquistare positività scoprirà che la natura  offre talmente tante alternative che sicuramente (con gli opportuni accorgimenti) potrà crearsi una dieta appagante e completa esattamente come chi lo fa per scelta. Non dico sia facile, e per chi ha disturbi importanti lo sarà ancora meno, ma vi invito (allergici e non, intolleranti e non) a riflettere su quello che mettete nei vostri piatti e a pensare che forse è giunto il momento di migliorare la qualità della propria dieta. Gli strumenti ci sono, così come le materie prime. Se vi aprite a questa possibilità sarete anche pronti a fare il passo successivo.

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