Oggi stavo stavo navigando un po’ qui e un po’ là e sono stata attirata da un post nel blog not only gluten free. In particolare quello che riprendeva la relazione di un convegno su nutrizione e celiachia tenuto nel 2010. Il titolo dell’intervento che ha destato il mio interesse è la celiachia: aspetti sociologici. Eh già, chi è celiaco è malato fino al momento della diagnosi, perché poi, con la dieta l’organismo inizia a guarire però è altrettanto vero che, dal momento della diagnosi, è la vita sociale a guastarsi. Ho letto alcune testimonianze che raccontano di persone che hanno perso amicizie di lunga data o di adolescenti costretti a rinunciare alla pizza dell’ultimo minuto con gli amici, o di persone invitate solo al dopocena, perché celiache. Questo è sicuramente molto triste, ma effettivamente i disagi di una dieta così particolare possono mettere in difficoltà oltre che il diretto interessato anche chi gli è accanto, con il risultato che spesso, il celiaco, rischia di sentirsi ancora più solo ed emarginato. Le difficoltà maggiori si incontrano soprattutto all’inizio: ancora non si sa come gestire la nuova situazione con se stessi, figuriamoci in rapporto con gli altri! Anche se col tempo alcune cose miglioreranno, e credetemi, miglioreranno, ci sarà sempre un vincolo che condizionerà alcune nostre scelte. Prima lo accetteremo, prima saremo in grado di “raggirarlo”. Meglio non chiudersi in se stessi e iniziare a cercare alleati! Chi sono i nostri alleati? Altri celiaci cha hanno già vissuto quello che stiamo vivendo noi. Il confronto con altre esperienze è fondamentale e grazie a internet è anche molto semplice. Basta trovare un blog, che poi ti rimanda a un altro e in men che non si dica hai fatto tesoro di esperienze e consigli di persone sconosciute, ma che paradossalmente sembrano conoscerti meglio del tuo compagno di banco o di tuo padre. E così ci si rende conto che si può vivere tranquillamente anche senza glutine e che si può anche mangiare benissimo: andate a dare un’occhiata al blog il ricettario di anna, o a quello di un cuore di farina senza glutine, o a quello de la gaia celiaca. Ma soprattutto ci si rende conto che qualcuno dall’altra parte dello schermo è ben lieto di aiutarti. Certo, questo non basta, ma a me è stato molto d’aiuto nonostante conoscessi già tutti gli aspetti pratici della celiachia. Bisogna adattarsi e cercare di vivere con più serenità possibile le privazioni, ma è anche importante coinvolgere le persone che abitualmente si frequenta raccontando cosa è la celiachia e magari “educandole” un po’ in modo che imparino a rispettarci. Insomma credo che per adattarsi a vivere in un mondo pieno di glutine ci serva mooooolto impegno, ma questo non è impossibile. Sono invitato a una festa di compleanno? Magari il festeggiato ha pensato anche a me, ma nel dubbio mi porto qualcosa da sgranocchiare. Devo partecipare all’inaugurazione di una mostra con buffet, perché dovrei rinunciare? Sto alla larga dal cibo e mi godo l’esposizione. Sto per affrontare il primo appuntamento? Propongo un ristorante certificato e se non dovesse esserci nella zona telefono agli altri ristoranti chiedendo se possono farmi un menù senza glutine senza rischiare contaminazioni. Devo prenotare le vacanze? Cerco informazioni su ristoranti, supermercati, alberghi, … nei siti web delle diverse associazioni celiachia di ogni nazione per capire come potrei organizzare la vacanza e magari prima di partire stamperei la celiac travel card nella lingua del paese che visiterò. Potrei continuare all’infinito con questi esempi e chiedo scusa se possono sembrare superficiali, ma superato il primo impatto e non appena si prende confidenza con la dieta non è così difficile da gestire (lo era sicuramente di più 10 anni fa). Io parlo, chiaramente, per mia personale esperienza nella quale non sono certamente mancate crisi di adattamento e credo continueranno a capitare ogni volta che mi troverò ad affrontare nuove situazioni e immagino anche che per un bambino o per un adolescente sia ancora più complicato, però sono sicura che le occasioni per poter coltivare un’appagante vita sociale ci siano. Non scoraggiatevi!
Ciao Michela, mi è piaciuto il tuo post e sono d’accordo con te sul ‘trovare alleati’ 🙂 Anche io l’ho fatto e, da quando ho cominciato, il mio rapporto con la celiachia è migliorato! Così ho creato un account su Twitter e un sito su Scoop dove raggruppare e diffondere notizie e link utili a chi, come noi, cerca di vivere meglio con questa malattia. Se ne hai voglia, vienimi a trovare. Intanto, ho lanciato il tuo post, sia da Twitter http://twitter.com/#!/FreeGlutenPoint che da Scoop http://www.scoop.it/t/freeglutenpoint
A presto 🙂
Ti ringrazio molto, ora vado subito su Scoop a curiosare un po’… A prestissimo!!
il mio nick è nemoravi… una volta sola e non due 🙂 come ho erroneamente scritto!
Michela benvenuta nel mondo dei blogger. Condivido in pieno quello che hai scritto, il mio blog ha un sottotitolo ” Perché senza glutine non vuol dire senza gusto” ma la parola gusto non si riferisce solo al cibo ma alla vita in generale. Io da quando ho scoperto la celiachia ho ripreso a gustare la vita!
Un abbraccio
Anna
Grazie Anna,
il messaggio è proprio quello: la vita si può gustare comunque. In alcuni ambiti magari è più faticoso, ma basta non abbattersi.
Un bacione grande e alla prossima!